Still Life Lampade e Lampadari
STILL LIFE LAMPADE E LAMPADARI
Fotografare lampade, lampadari, punti luce non è semplice, tanto più se si parla di fotografie di still life per l’illuminazione. Infatti, è facile cadere nei “tranelli” che questi oggetti offrono, vediamoli insieme:
- dare l’idea che un lampadario si illumini quando in un’immagine abbiamo a disposizione come unico strumento la variazione dei colori che la compongono (variazione tonale)
- i materiali che compongono il lampadario
- mantenere i dettagli nelle parti che maggiormente vengono illuminate
- creare una pulizia generale dell’oggetto (essendo un oggetto che illumina possiede molte varietà di sfumature al suo interno e pulire la polvere diventa difficile)
Solo i primi due verranno trattati perché li reputo i più importanti.
Creare la percezione di una fonte luminosa “accesa” quando la fotografia dispone del solo strumento dei colori
Nella vita di tutti i giorni come si scopre se una lampada è “accesa” o “spenta”?
Semplicemente in due modi. Il primo è indiretto e lo si deduce sull’effetto che questa ha sull’ambiente circostante: se è illuminato e quindi reso visibile, e se le ombre degli oggetti sono coerenti con la posizione della lampada, allora la lampadina è “accesa”, in caso contrario è “spenta”.
Il secondo modo è diretto e consiste nel guardare la lampadina, se si percepisce un aumento di luminosità, che spesso ha come conseguenza un fastidio agli occhi, allora la lampadina è accesa, se si percepisce normalmente la sua superficie allora è spenta.
Questo accade nella vita di tutti i giorni ma in una fotografia di still life come possiamo fare?
Nelle immagini non è possibile riprendere tutto l’ambiente circostante, soprattutto in quelle nelle quali il soggetto unico è il lampadario, tanto meno è possibile creare un aumento di intensità luminosa. L’unico strumento che si possiede è la variazione dei colori in una scala che va dal nero al bianco passando per tutti i colori conosciuti e supportati dallo strumento di riproduzione dell’immagine.
Per risolvere questo problema esistono diverse tecniche ma due sono le principali e prendono spunto dalla vita di tutti i giorni.
– Tecnica diretta
La Prima è quella diretta. Osservando una lampadina accesa notiamo che i colori risultano sempre più tendenti al bianco man mano che l’intensità luminosa aumenta. Altra caratteristica dell’avvicinarsi alla fonte luminosa è la perdita di dettaglio fino ad arrivare ad vedere una macchia bianca o gialla in prossimità della fonte luminosa. Ugualmente, in una immagine fotografica, si utilizzeranno questi stessi espedienti per indicare una fonte luminosa “accesa”.
– Tecnica indiretta
La seconda è quella indiretta ed è derivata dall’effetto che la luce crea sull’ambiente circostante. In questo caso non parliamo di una stanza o di oggetti illuminati dalla lampadina perché, avendo come unico soggetto il lampadario, non sarebbe possibile. Ciò sul quale andremo a intervenire sono i supporti dello stesso lampadario o parti di esso. Esiste anche una terza zona sulla quale potremmo intervenire anche se poco utilizzata nelle fotografie di still life e maggiormente utilizzata in quelle di reportages. Questa terza zona è il Fumo. Attraverso il fumo i raggi della luce diventano visibili, creando lo stesso effetto di un lampione stradale illuminato durante una giornata di nebbia.
I materiali
I materiali non rispondono al medesimo modo alla luce. I due materiali più problematici sono i metalli e il vetro. Per quanto riguarda i metalli sono stati ampiamente trattati nell’articolo “Still Life die Metalli” , qua tratteremo il vetro trasparente.
Come con i metalli anche il vetro necessita dei riflessi luminosi per acquistare definizione della forma e tridimensionalità.
In questo caso attraverso un abbondante utilizzo dei flash e di altre tecniche si aumentano i riflessi che nella vita di tutti i giorni è possibile osservare. Il risultato finale sarà un’immagine che verrà percepita come naturale anche se solo in rarissimi casi potrà essere visto il corrispondente nella vita di tutti i giorni. Ciò avviene perché nella vita di tutti i giorni il nostro occhio si sposta in continuazione per osservare l’ambiente che ci circonda e ne percepisce solo dei dettagli. Dettagli che attraverso la memoria completano la percezione dell’oggetto.